Diciamocelo, parlare di selle può sembrare un argomento un po’ tecnico, quasi da smanettoni di biomeccanica. Eppure, la scelta della sella giusta fa davvero la differenza quando macini chilometri sulle due ruote, che tu sia un ciclista esperto o un appassionato che si gode l’aria aperta durante il weekend. Sai cosa? Non è soltanto un discorso di comodità: la sella influenza la tua posizione in sella (scusa il gioco di parole) e, di conseguenza, il modo in cui scarichi la potenza sui pedali.
In questa chiacchierata—perché vorrei che la prendessi come una conversazione informale, quasi fossimo seduti al bar a discutere con altri ciclisti—parleremo delle differenze tra la sella corta e quella lunga. Daremo un’occhiata ai vantaggi, ai possibili svantaggi e a qualche considerazione pratica, prendendo spunto anche dalle ultime tendenze.
Sella – Non è solo un pezzo di plastica e imbottitura
Fammi spiegare: la sella è uno dei tre punti di contatto fondamentali tra noi e la bici (assieme a manubrio e pedali). La sua importanza è spesso sottovalutata, e ci troviamo a pensare ad essa soltanto quando ci fa male qualcosa. Non è un banale accessorio: tutto il tuo peso corporeo, o gran parte di esso, finisce lì.
Per anni, le selle hanno avuto più o meno la stessa lunghezza, attorno ai 27-28 cm. Poi è arrivata la cosiddetta “sella corta.” Si è passati a lunghezze intorno ai 25 cm, con forme che spesso si allargano un po’ di più nella parte posteriore (come le versioni di Prologo, che raggiungono almeno 140 mm di larghezza, a fronte dei precedenti 134 mm).
All’inizio qualcuno l’ha vista come una moda. Altri hanno pensato che la sella corta fosse utile solo nelle bici da crono o da triathlon, dove l’esigenza principale è stare molto protesi in avanti. Ma, pian piano, sempre più ciclisti hanno cominciato a provarla anche sulle bici da strada tradizionali, nelle MTB e perfino nelle E-bike.
Perché tutta questa attenzione sulle selle corte
Te lo dico in poche parole: la sella corta permette un posizionamento più efficiente e riduce la pressione nella zona perineale. Se ci fai caso, le selle da cronometro e da triathlon sono state pensate così per consentire al ciclista di sfruttare al massimo la parte anteriore, evitando pressioni fastidiose e lasciando maggiore libertà di movimento alle gambe.
L’intuizione dietro la sella corta non è solo una questione di moda o di design stravagante, ma una nuova generazione di prodotti che migliora la comodità e la performance. A volte, l’innovazione ha bisogno di tempo prima che la gente la assimili. Proprio così: la sella corta non è arrivata a cancellare la versione tradizionale, ma ha portato un approccio diverso al tema “posizione in bici.”
Vantaggi tangibili
Esistono almeno quattro zone chiave su cui si concentrano i vantaggi delle selle corte: la postura, la distribuzione della pressione, la stabilità in sella e la possibilità di assumere posizioni aerodinamiche senza fastidi. Mettiamola così:
- Postura più efficiente
Con il naso della sella leggermente accorciato, il bacino tende a rimanere in una posizione neutra, senza che tu abbia la sensazione di dover arretrare o avanzare in continuazione per trovare il tuo punto di comodità - Riduzione dei picchi di pressione
Lo dicono vari test: quando la parte anteriore della sella è più compatta, si riduce la compressione sulla zona perianale, diminuendo intorpidimenti e fastidi. Ovviamente va sempre considerata la larghezza ideale, perché ognuno di noi ha la propria conformazione ossea. - Stabilità e controllo
Qualcuno teme che, togliendo qualche centimetro davanti, si perdano appoggi o libertà di movimento. In realtà, molte soluzioni suddividono la sella in settori con densità differenti, ognuno adatto a una specifica fase della pedalata. Morale: hai un appoggio saldo, senza scivolare o muoverti in modo indesiderato. - Posizione aerodinamica facilitata
La sella corta, con l’ampiezza posteriore maggiore, aiuta a trovare la postura giusta anche quando vuoi abbassarti di più sul manubrio. Chi fatica a mantenere a lungo la posizione “di potenza” perché, ad esempio, ha una muscolatura lombare un po’ meno elastica, può trarre beneficio da un design più compatto.
L’importanza di un buon posizionamento in bici
Indipendentemente dal fatto che la sella sia corta o lunga, un concetto deve essere chiaro: la sella da sola non fa miracoli. Se il ciclista non è sistemato correttamente sulla bici, se l’altezza della sella è sballata di diversi millimetri o se l’inclinazione è completamente fuori asse, non ci sarà modello che tenga.
È per questo che si sente spesso dire: “Prima di cambiare sella, controlla il bike fit.” Ed è vero. Un fitting corretto è la base per prevenire infortuni, ridurre dolori lombari o cervicali e migliorare l’efficienza della pedalata. Una volta sistemati, allora sì, provare una sella diversa (corta o lunga) può avere senso.
Qualche digressione: sella corta e discipline diverse
Sai bene che le esigenze cambiano a seconda della bici che usi. Una volta, le selle corte erano quasi esclusiva delle bici da crono, perché consentivano un posizionamento molto in avanti delle anche, vicino al movimento centrale, rimanendo nel perimetro delle regole UCI. Ma oggi le trovi su bici da strada, gravel, MTB, E-bike.
- Strada: la posizione più “spinta” in avanti aiuta a mantenere una pedalata potente in pianura e a ridurre il fastidio nella parte anteriore.
- Gravel: qui c’è chi preferisce ancora una sella leggermente più lunga, ma tanti adottano la sella corta per avere più libertà di movimento quando il terreno diventa tecnico, senza avvertire eccessive pressioni.
- MTB: alcuni adorano la sella corta perché si spostano in modo rapido, mentre altri rimangono affezionati a quella più lunga per stabilizzare la bici tra le cosce nelle discese sconnesse.
- Triathlon / Crono: praticamente uno standard. Il naso corto ti evita pressioni indesiderate, specialmente quando sei proteso in avanti sulle prolunghe del manubrio.
E per chi è ancora scettico
Un po’ di scetticismo è naturale, soprattutto se hai passato una vita a pedalare su selle lunghe. Ti capisco perfettamente: cambiare un componente così “intimo” richiede un periodo di adattamento. Il corpo si abitua a certe angolazioni, e all’inizio potresti sentire differenze non sempre piacevoli.
In più, è vero che la sella corta “toglie spazio” per muoversi avanti e indietro, e per qualcuno questa cosa potrebbe dare l’impressione di essere più “bloccati.” Ma spesso ciò che si perde in libertà di movimento si recupera in stabilità e comfort, a patto di scegliere la larghezza e la forma adatte al proprio fisico.
Come scegliere in pratica
Prova a seguire qualche linea guida (ma non chiamarle regole scolpite nella pietra, ciascuno di noi è diverso):
- Fatti misurare le ossa ischiatiche: molti negozi specializzati hanno un semplice “misuratore” per capire la larghezza del bacino. Sapere se la tua distanza ischiatica è di 130, 140 o 150 mm è un buon punto di partenza.
- Definisci il tuo stile di pedalata: sei uno che spinge forte su salite brevi e ripide, o pedali più a lungo su pianure infinite? Ti piace stare molto in avanti per avere una posizione aerodinamica, oppure preferisci un assetto più rilassato?
- Ascolta il tuo corpo: formicolii, indolenzimenti, dolore al soprasella—non ignorarli. Spesso la sella sbagliata si fa sentire già dopo qualche decina di chilometri.
- Guardati intorno (anche con l’aiuto di un esperto): un biomeccanico potrà suggerirti il giusto modello, oppure indicarti se la sella corta fa al caso tuo. L’esperienza di un professionista non si limita a guardare la sella, ma valuta l’assetto complessivo.
Conclusioni
Onestamente, la scelta tra sella corta e lunga non è una gara con un vincitore assoluto: entrambi i tipi di sella hanno la loro ragion d’essere. Ciò che conta è partire da un buon posizionamento in bicicletta, che ti consenta di pedalare senza dolori e in modo efficiente. Solo dopo aver sistemato altezza, arretramento e inclinazione della sella, puoi davvero valutare quale forma ti regala la sensazione migliore.
Le selle corte hanno dimostrato di ridurre la pressione sulle aree più delicate, rendendo più semplice mantenere una posizione aggressiva senza incorrere in problemi di indolenzimento o di intorpidimento. Alcuni le amano, altri le tollerano meno. E c’è chi, invece, si sente sempre a casa su una sella “tradizionale.”
Se la tua curiosità è nata perché il tuo bike fitter ti ha messo in guardia o perché hai letto qualche scambio acceso sui forum di ciclismo, non temere: i motivi dietro la scelta di un modello corto sono reali e riconosciuti da tanti atleti. Ma, come spesso accade, la vera risposta è soggettiva. Il test personale rimane la via migliore.
Fatti un giro in negozio, chiedi se puoi provare una sella corta per qualche uscita, se ne hai la possibilità. A volte basta anche solo qualche chilometro per capire se la nuova forma e lunghezza ti sorridono o ti fanno rimpiangere la care vecchie selle di una volta. In ogni caso, ascolta le reazioni del tuo corpo. E ricordati che non esiste la formula magica valida per tutti: c’è solo la combinazione giusta per te.
Sella corta o sella lunga? Non è una semplice domanda, ma un invito a conoscere meglio le tue abitudini in bici e a scoprire come sfruttare al massimo il tuo potenziale. E chissà, magari al prossimo semaforo, se avrai il naso un po’ più corto, ti sentirai più libero di scendere dal sellino e goderti quel momento di pausa con una comodità diversa.