Sai cosa? Stai pedalando felicemente, il vento alle spalle, il sole tiepido sul viso e l’umore alle stelle, quando all’improvviso senti che i pedali girano a vuoto. Nessuna resistenza. Nessun trasferimento di potenza alla ruota. E lì realizzi: la catena si è spezzata. Una sensazione da incubo per qualsiasi ciclista.
Eppure, una catena rotta non significa per forza fine della corsa e chiamata disperata a un amico automunito. Con un pizzico di manualità, un paio di strumenti semplici e qualche accorgimento, puoi riparare sul posto il danno e proseguire il viaggio. In questa guida approfondita, vedremo come si fa. Ti prometto che alla fine sarai più sereno ogni volta che sentirai un leggero rumore metallico provenire dalla trasmissione.
Come è fatta una catena
Prima di tutto, fammi spiegare in breve i componenti fondamentali di una catena da bici. Se sai già tutto, sopporta qualche riga di ripasso; altrimenti, questa panoramica ti aiuterà a capire meglio i termini che useremo:
- Piastrine esterne (outer plates): quelle visibili sul lato esterno della catena.
- Piastrine interne (inner plates): lo stesso concetto, ma sul lato interno.
- Rullini (rollers): i cilindretti che ruotano sui denti di corone e pignoni (cassette).
- Perni (pins o rivetti): i “chiodini” che tengono insieme le piastrine.
Quando una catena si rompe, di solito uno di questi elementi cede o si separa, provocando l’interruzione della trasmissione di potenza. Il risultato? Pedali a vuoto e ti ritrovi fermo sul bordo della strada (o del sentiero) a chiederti come rimediare.
Perché la catena si rompe
Cosa causa la rottura della catena? Beh, può capitare se un bastoncino o un detrito si infila nel deragliatore posteriore e crea un blocco improvviso. Oppure se il deragliatore entra tra i raggi della ruota, magari perché la gabbia si è piegata o la vite di fine corsa non era regolata correttamente. A volte la colpa sta in un’installazione fatta male – un perno inserito in modo non corretto, una falsa maglia (joiner link) montata al contrario o un accumulo di usura che alla prima salita impegnativa cede di schianto.
In ogni caso, prima di affrettarsi a riparare, è saggio dare un’occhiata generale alla trasmissione:
- Il deragliatore è integro o piegato? Se è molto storto, forse è arrivata l’ora di chiamare un passaggio, perché ripararlo sul posto non è sempre possibile.
- La ruota posteriore ha preso qualche botta? Se i raggi hanno accolto il deragliatore, c’è la possibilità che la ruota sia fuori asse. In quel caso, meglio raddrizzarla un minimo, se ne hai le capacità, per evitare che il problema si ripresenti subito.
- La catena era già danneggiata o usurata? Una catena vecchia può rompersi più facilmente, specialmente sotto forte tensione (come quando scatti in salita).
Gli strumenti indispensabili: niente di più, niente di meno
Cosa ti serve per riparare la catena fuori casa?
- Uno smagliacatena (chain-breaker): un attrezzo progettato per spingere fuori (o rimettere dentro) i perni della catena. È fondamentale avere un modello di buona qualità: i moderni gruppi 10, 11 e 12 velocità esercitano tensioni importanti, e gli smagliacatena economici rischiano di spezzarsi a loro volta, peggiorando la situazione. Qualcosa come l’utensile BBB Nautilus II (cito un esempio pratico) è abbastanza leggero per stare in una borsetta sottosella ed è robusto a sufficienza.
- Una falsa maglia compatibile (joiner link): deve corrispondere al numero di velocità della catena (es. 11 speed su catena 11 speed). Marche come SRAM, KMC o Shimano producono varie versioni; assicurati semplicemente che combacino con la larghezza delle piastrine. Tienine sempre almeno un paio, non pesa nulla e ti salva da brutte sorprese.
E i perni di giunzione? Certo, Shimano e Campagnolo hanno i loro speciali pin di connessione, ma sono abbastanza complessi da inserire (soprattutto in mezzo a un bosco o su una ciclabile senza un banco da lavoro). Servono un ottimo smagliacatena e un po’ di pratica. Se non sei esperto, la falsa maglia rimane il sistema più rapido e intuitivo, senza troppi rischi di sbagliare.
La direzionalità delle catene – Dettagli che contano
Sapevi che alcune catene (e le relative false maglie) sono direzionali? Un aspetto che molti ignorano, finché non si ritrovano con la catena rotta proprio nel punto in cui hanno installato la maglia al contrario. Ti suona familiare?
- Falsa maglia con freccia: tipicamente SRAM e Shimano. La freccia indica il senso di marcia della catena. Quando installi la maglia, la freccia deve puntare verso la direzione in cui la catena gira mentre pedali in avanti. In pratica, se stai lavorando sulla porzione di catena tra pedivelle e cambio, la freccia va orientata verso la cassetta.
- Wippermann Connex: gira in senso opposto rispetto a SRAM/Shimano, quindi occhio a non confonderti.
- Catene Shimano direzionali: se la catena ha le scritte “Shimano” su un solo lato, quel lato deve rimanere esterno (visibile). Se monti la catena al contrario, aumenta il rischio di rumore o di malfunzionamenti.
- Catene SRAM “flattop” 12 velocità: devono essere allineate con la parte piatta rivolta verso l’alto. Non è questione di avanti o indietro, ma di sopra e sotto.
- Catene Campagnolo: in genere non sono direzionali, ma i pin di giunzione possono essere un po’ delicati da maneggiare.
Questi dettagli sembrano pignolerie, ma fanno la differenza tra un viaggio di ritorno sereno e la catena che si stacca di nuovo appena premi sui pedali.
Procedura pratica di riparazione: passo dopo passo
1. Mantieni la bici in piedi
Sì, di solito quando cambiamo le gomme o centriamo la ruota, è comodo capovolgere la bici. Ma per la catena rotta, è meglio lasciarla sulle ruote, appoggiata a un albero o a un muretto. Avrai più facilità a gestire la posizione della catena e vedere bene la trasmissione.
2. Identifica il segmento danneggiato
Spesso lo noterai a occhio: è quella zona con una piastrina deformata o un pin che pende fuori. Se il problema è più esteso (ad esempio due o tre maglie piegate), dovrai rimuovere tutti i pezzi compromessi.
3. Usa lo smagliacatena
Inserisci la catena nel canale apposito, allineando il pin che vuoi spingere fuori con la vite dello smagliacatena. Poi gira lentamente l’impugnatura: sentirai la pressione aumentare finché il pin non uscirà. Occhio a non spingerlo tutto fuori se vuoi provare a recuperare una parte della maglia, ma se una piastrina è rovinata, meglio rimuovere tutto quel pezzo e sostituirlo con la falsa maglia.
4. Monta la falsa maglia
Ora hai due estremità di catena “libere” (con piastrine interne pronte a collegarsi). Prendi la tua falsa maglia, scomposta in due metà. Aggancia un pezzo a ciascuna estremità della catena. Verifica il verso (se c’è una freccia o un riferimento). Poi unisci le due metà. Di solito, per far “scattare” la maglia in posizione, devi far passare la maglia nella sezione superiore tra pignoni e corone e poi spingere su un pedale. Sentirai un clic secco. Ecco fatto: la catena è di nuovo unita.
5. Verifica la lunghezza della catena
Se hai dovuto togliere più maglie danneggiate, la catena adesso è più corta. Non ignorare questo aspetto, perché se selezioni un rapporto troppo grande (tipo corona maggiore + pignone grande), rischi di strappare via il cambio posteriore. Quindi, pedala con cautela e cerca di evitare incroci troppo spinti. Arrivato a casa, potrai sistemare la catena sostituendola con una nuova o aggiungendo maglie extra (ammesso tu le abbia).
Quando il deragliatore è distrutto
A volte, la catena si rompe perché il deragliatore posteriore è finito nei raggi, si è piegato irrimediabilmente o addirittura si è spezzato. In queste circostanze, potresti pensare di chiamare un taxi (o di cercare un passaggio). Ma se sei lontano dalla civiltà, c’è un’altra idea:
- Togli il cambio posteriore dalla equazione e “accorcia” la catena finché diventa una mono marcia (single speed).
- Scegli una combinazione di rapporti ragionevole (ad esempio corona piccola e un pignone a metà cassetta).
- Usa il rompicatena per rimuovere le maglie necessarie e collegare la catena senza passare per il deragliatore (eventualmente puoi ancorarlo con una fascetta o rimuoverlo se completamente rotto).
- Accertati di avere la giusta tensione, un minimo di slack per permettere la rotazione delle pedivelle, ma non così tanto da far saltare via la catena ogni mezzo giro.
Ti sembrerà di tornare a un vecchio scatto fisso, però almeno potrai avvicinarti a casa. Su una mountain bike full-suspension, la faccenda è più complessa perché le sospensioni incidono sulla lunghezza effettiva della catena. Se possibile, blocca o riduci il travel dell’ammortizzatore per limitare gli spostamenti del carro.
Non correre dopo la riparazione
Dopo aver rattoppato la catena, resisti alla tentazione di fare sprint a tutta per testare la riparazione. La maglia di giunzione è un punto potenzialmente delicato, soprattutto se hai fretta e l’hai montata in condizioni polverose o fangose. Quindi, pedala con dolcezza e controlla che tutto fili liscio prima di tornare al tuo record personale su Strava.
Anche se la catena appare ok, prendi in considerazione l’idea di sostituirla una volta a casa. Gli imprevisti non sempre influiscono sulla sua resistenza complessiva, ma quando si tratta di trasmissione, la prevenzione è amica del portafogli: catena nuova significa salvare cassetta e corone da una rapida usura se la catena danneggiata fosse rimasta in servizio troppo a lungo.
Qualche consiglio per evitare futuri guai
- Controllo periodico dell’usura: esistono appositi attrezzi per misurare l’allungamento della catena. Se la catena è troppo “lunga,” è il momento di cambiarla prima che si verifichino rotture.
- Manutenzione ordinaria: tenere la catena pulita e lubrificata aiuta a ridurre gli sforzi sui pin e rallenta l’usura dei rullini. Se la catena accumula fango o sporcizia, la frizione interna aumenta e può favorire rotture.
- Attenzione alla gabbia del cambio e ai registri: se la vite di fine corsa è regolata male, il cambio può saltare fuori controllo e finire nei raggi. E quello quasi sempre significa catena spezzata o addirittura telaio danneggiato.
- Non dimenticare la direzionalità: se cambi la catena da solo, leggi bene le istruzioni del costruttore o guarda i riferimenti serigrafati. Una catena montata al contrario non rende sempre evidente l’errore, finché non si spezza nel punto più scomodo.
Conclusioni
Ricapitolando, restare a piedi con la catena rotta può essere una seccatura colossale. Ma con uno smagliacatena, una o due false maglie e un minimo di diagnosi su ciò che è andato storto, puoi rimetterti in sella. Certo, non è il momento migliore per lanciarsi in scatti da sprinter o su salite ripidissime, perché la riparazione di fortuna rimane pur sempre provvisoria. Tieni la pedalata fluida, evita rapporti estremi e dirigiti verso casa (o verso il meccanico di fiducia).
Questa esperienza, in fondo, ti regalerà un po’ di sicurezza in più: la prossima volta che un amico disperato avrà la catena sfilacciata per strada, potrai sfoderare le tue competenze da meccanico improvvisato e salvargli la giornata. E magari guadagnarti una birra o un caffè in cambio. Sì, perché il bello del ciclismo è anche aiutarsi a vicenda nei momenti di difficoltà. E adesso hai una nuova freccia al tuo arco: sbarazzarti di una catena spezzata e tornare a pedalare con un sorriso.