Hai mai pensato che cambiare il nastro manubrio sia uno degli upgrade più semplici e, a volte, anche più divertenti da fare sulla tua bici da corsa? Sai cosa? Non è solo una questione di look. Certo, l’aspetto estetico conta, perché un nastro manubrio di un bel colore o con una trama particolare può dare nuova vita alla tua due ruote. Ma c’è molto di più: materiali, comodità, facilità di applicazione e persino la durata nel tempo.
Ti prometto che, dopo aver letto questa guida, avrai un quadro completo su come scegliere il tuo prossimo nastro manubrio, senza sbagliare materiale e spendendo una cifra sensata (non sempre più costoso vuol dire migliore, ma ci arriviamo con calma). Fammi spiegare.
Perché cambiare il nastro manubrio
Il nastro manubrio viene spesso trascurato finché non si rovina o finché ci rendiamo conto che la bici ha bisogno di un “colpo di freschezza.” Ma perché vale la pena dargli la giusta considerazione?
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Estetica
Alcuni ciclisti amano abbinare il nastro al colore della sella o del telaio; altri adorano le fantasie eccentriche. In ogni caso, un nuovo nastro dà carattere alla bici e la rende quasi “rinnovata” senza dover cambiare componenti costosi. -
Comodità e prestazioni
Non si tratta solo di bellezza: il nastro manubrio serve a proteggere la piega (la barra del manubrio) da ossidazioni o urti, ma soprattutto a dare grip alle mani e a ridurre le vibrazioni che si trasmettono al polso. Un buon nastro può fare la differenza quando passi diverse ore in sella, su asfalti rovinati o addirittura su qualche tratto sterrato tipico delle gare “gravel light.” -
Protezione delle mani
Il manubrio è uno dei tre punti di contatto corpo-bici (insieme ai pedali e alla sella). Se sbagli la scelta, potresti ritrovarti con formicolii fastidiosi o dolori ai polsi e alle mani dopo pochi chilometri. Un nastro ben ammortizzato, o adatto alle tue esigenze, rende la pedalata più piacevole e riduce il rischio di sviluppare disturbi nel lungo periodo.
Anatomia di un nastro manubrio
Prima di passare ai materiali, facciamo una rapida panoramica di ciò che di solito troviamo in una confezione di nastro manubrio. Spesso ci si confonde, soprattutto se è la prima volta che si acquista o si monta.
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Le due strisce di nastro
Normalmente sono avvolte su sé stesse, una per il lato sinistro e una per il lato destro. All’interno presentano una striscia adesiva da scoprire man mano che si applica il nastro alla piega. -
Piccola striscia extra per coprire le fascette
Questa serve per nascondere gli attacchi delle leve del cambio (STI) e creare una finitura pulita. Molti la usano, altri preferiscono fare un giro in più di nastro nel punto in cui passano le guaine dei freni. -
Adesivo di chiusura (o nastro isolante)
Alcune confezioni includono piccole sezioni di adesivo brandizzato per sigillare la parte finale (laddove si conclude l’avvolgimento, sul tratto orizzontale del manubrio). Altrimenti, si usa spesso il classico nastro isolante nero da elettricista. -
Tappi
Importantissimi, anche se qualcuno li perde o li trascura: chiudono il foro del manubrio, evitando che sporco e acqua finiscano al suo interno. Inoltre, fissano la punta del nastro per impedire che si sfilacci.
In sostanza, non c’è molto di complicato, ma saperlo in anticipo aiuta a evitare dubbi al momento dell’acquisto.
Panoramica dei materiali più comuni
Sì, perché un tempo regnava il cotone (insieme al cuoio), ma oggi l’offerta è molto più variegata. Ecco i materiali principali da conoscere:
1. Cotone: la scelta vintage
Chiunque abbia restaurato una bici d’epoca sa che il cotone è stato il materiale di riferimento per decenni. È sottile, non sempre facilissimo da applicare (si creano pieghe se non si sta attenti) e non assorbe granché le vibrazioni. Tuttavia, per un tocco retrò o per una bici classica, rimane quasi una scelta obbligata. L’effetto visivo è bellissimo, ma sappi che il comfort non sarà da Gran Turismo.
2. Cuoio: eleganza e durata, ma occhio al prezzo
Il cuoio è intrigante, perché regala un’estetica elegante e un grip notevole. Dall’altra parte, però, assorbe meno vibrazioni, è più duro da avvolgere intorno alla piega (richiede una buona manualità) e il suo costo può spaventare. Tra i brand famosi, spicca Brooks, molto amata dagli appassionati di stile vintage o urbano. Se però cerchi morbidezza, potresti trovare il cuoio un po’ ostico.
3. Gel: comfort e assorbimento delle vibrazioni
Il gel è arrivato da qualche anno sulle bici da corsa e ha conquistato professionisti e amatori. È composto da una base plastica con uno strato di gel centrale, che fornisce un eccellente “cuscinetto” contro i sobbalzi della strada. Se percorri distanze lunghe o affronti spesso fondi rovinati, un nastro in gel potrebbe salvarti i polsi. Attenzione, però: aumenta il diametro del manubrio e può risultare ingombrante per chi ha mani piccole.
4. EVA: flessibilità e leggerezza
Il polimero EVA (Etilene Vinil Acetato) rappresenta un’ottima soluzione per tanti ciclisti. È elastico, si deforma leggermente quando lo stringi, fornendo un buon livello di ammortizzazione e un grip soddisfacente. Inoltre, tende a resistere bene all’usura, e l’applicazione è di solito piuttosto semplice. Potresti vederlo come una sorta di “via di mezzo” tra il comfort del gel e la praticità di un nastro più sottile.
5. Microfibra: ottimo grip anche con sudore o pioggia
La microfibra è un tessuto dai filamenti molto sottili, spesso usato come rivestimento superficiale sopra un’anima in EVA. Questo mix permette di avere un buon assorbimento delle vibrazioni, un grip elevato (anche in caso di pioggia o sudore) e una discreta traspirabilità. Se pedali in zone dal clima molto umido, o se sudi parecchio in estate, la microfibra potrebbe darti una bella mano, evitando scivolamenti.
Come scegliere il nastro manubrio in base all’uso
È vero che spesso la scelta si basa sul colore — “Voglio il nastro rosso per abbinare la sella rossa!” — ma una piccola valutazione su come e dove userai la bici può davvero migliorare le tue sensazioni in sella. Un nastro da corsa non è solo un vezzo: incide sulla comodità delle mani e persino sulla sicurezza. Ecco qualche scenario.
Percorsi lunghi o strade dissestate
Se i tuoi itinerari sono pieni di buche o pavé (pensa alla Parigi-Roubaix), probabilmente cerchi la massima ammortizzazione possibile per non ritrovarti con le mani indolenzite. In questo caso, i nastri in gel sono tra i più gettonati. Ti aiutano a ridurre l’affaticamento perché assorbono meglio le vibrazioni. Certo, avrai un manubrio un filo più “panciuto,” ma la comodità è difficile da battere.
Mani piccole o problemi di formicolio
Se già fatichi a stringere un diametro manubrio standard, forse un nastro molto spesso non fa per te, perché ti costringerebbe ad aprire troppo la mano. In questi casi, l’EVA o la microfibra risultano spesso scelte ideali. Assorbono un po’ le vibrazioni, ma non ingrandiscono troppo la circonferenza. In più, sono morbidi, senza però aggiungere strati eccessivi.
Grip e attrito
Chi si allena in maniera intensa, magari facendo scatti o gare, vuole che le mani non scivolino mai, nemmeno quando si suda oppure ci si ritrova sotto una pioggia battente. La microfibra è la regina del grip in condizioni complicate. Se il tuo obiettivo è avere stabilità e fiducia nelle curve o negli sprint, un nastro microfibra-EVA potrebbe risolverti parecchi grattacapi.
Condizioni di caldo o umidità
In estate, le mani possono sudare a dismisura, trasformando il manubrio in uno scivolo… non proprio ideale mentre stai spingendo sui pedali. Qui la microfibra fa di nuovo da padrona, perché permette al sudore di evaporare. In alternativa, esistono nastri in EVA con piccole texture o fori che favoriscono la circolazione dell’aria.
Facilità di montaggio
Montare un nastro in cotone o in cuoio non è un’impresa impossibile, ma richiede un po’ di pazienza. Se sei alle prime armi e non vuoi impazzire con pieghe e “arricciamenti,” opta per materiali più flessibili, come il gel o l’EVA. La presenza di uno strato adesivo ben realizzato aiuta molto, così non ti ritrovi con il nastro che scappa in ogni direzione.
Coerenza storica o gusto vintage
Chi sta restaurando una bici anni ’70 o desidera un look raffinato potrebbe valutare il cotone o il cuoio. Sono i due materiali tradizionali per eccellenza, sebbene richiedano più cura e attenzione. Magari non sono i più comodi al mondo, ma per alcuni progetti “di cuore,” la coerenza estetica passa sopra tutto il resto.
Quanto spendere – Facciamo due conti
La fatidica domanda: “Ma quanto costa un nastro manubrio?” Esistono soluzioni economiche da 5-6 euro e altre che superano i 50 euro (soprattutto per i modelli in pelle o per brand dal fascino storico). Come orientarsi?
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Fascia bassa (5-10 euro)
Trovi soprattutto nastri in cotone o in EVA di qualità medio-bassa. Potrebbero andar bene per un utilizzo saltuario o se vuoi semplicemente cambiare colore ogni mese. Tuttavia, la durata può essere limitata, e l’assorbimento delle vibrazioni non sempre è ottimale. -
Fascia media (10-25 euro)
Qui rientrano molte scelte valide per l’amatore medio. Trovi nastri in EVA di buona qualità, alcuni in gel che non rompono il salvadanaio e qualche microfibra non troppo costosa. Se fai qualche gara, o comunque pedali con regolarità, potrebbe essere il giusto compromesso tra performance e spesa. -
Fascia alta (25 euro e oltre)
Include i cuoi pregiati e certe versioni speciali in microfibra/gel di marchi come Fizik, Lizard Skins, Brooks, ecc. La spesa può salire, ma ottieni prodotti più robusti, con finiture curate e, nel caso del cuoio, una durata che rasenta l’eternità (a patto di curarlo come si deve).
Un vecchio detto dice che “chi più spende, meno spende,” e in parte è vero. Un nastro più costoso (e di buona marca) tende a essere più resistente e potresti non doverlo cambiare dopo pochi mesi. Però è anche vero che molti ciclisti cambiano nastro spesso (chi per usura, chi per estetica) e non vale la pena svenarsi ogni volta. Insomma, meglio ragionare sulle proprie esigenze.
Piccoli consigli pratici prima di concludere
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Pulizia regolare
Se usi la bici con frequenza, il nastro si sporca di sudore, polvere o fango. Pulirlo regolarmente con un panno umido allunga la vita di qualsiasi materiale (soprattutto microfibra e cotone). -
Montaggio attento
Vale la pena guardare un tutorial o farsi aiutare la prima volta. Una buona applicazione, con una tensione costante del nastro e sovrapposizioni precise, assicura che non si stacchi dopo due uscite. -
Tappini: non perderli!
Sembrerà un dettaglio, ma i tappi sono fondamentali per la stabilità dell’estremità del nastro e per evitare infiltrazioni nel manubrio. Se li perdi durante un’uscita, rimpiazzali al più presto. -
Controlla lo stato del nastro
Con il tempo, anche il materiale più robusto inizia a lacerarsi o a scolorirsi. Se noti parti strappate, valuta la sostituzione per prevenire un allentamento generale.
Conclusioni
Cambiare il nastro manubrio è un gesto semplice che può dare una svolta all’aspetto e alla comodità della tua bici. Basta scegliere con un minimo di criterio: considera il tipo di percorsi che fai (lunghi e sconnessi, brevi e intensi, collinari o pianeggianti), il clima che affronti (pioggia, caldo torrido), la dimensione delle tue mani e, ovviamente, il budget.
A molti piace guardare solo il colore, ma spero di averti convinto che c’è un intero mondo da scoprire dietro a quell’apparente striscia di nastro. Ogni materiale offre sensazioni diverse: il cotone che profuma di storia, il cuoio che punta al fascino, il gel che dona massimo comfort, l’EVA che coniuga versatilità e durata, e la microfibra che garantisce un grip invidiabile.
Se sei un perfezionista, potresti persino variare spessore a seconda della stagione: uno strato più spesso d’inverno, quando magari le strade sono più rovinate, e qualcosa di più leggero d’estate. Sembra un capriccio? Forse sì, ma i ciclisti sanno bene come piccole differenze possano farci sentire molto più a nostro agio.
Non dimenticare la questione del portafoglio: ci sono nastri per tutte le tasche, da pochi euro a decine di euro. Investi su qualcosa di coerente con l’utilizzo che ne farai: se cambi nastro quattro volte l’anno, meglio un prodotto di fascia media, di buona qualità ma non esagerato nel prezzo. Se invece vuoi un nastro “eterno” (magari su una bici da collezione), il cuoio diventa un’opzione quasi obbligata, anche se costosa.
Dopo aver fatto le tue valutazioni, guardati intorno: chiedi consiglio al tuo negoziante di fiducia, confronta i prezzi su siti specializzati e, soprattutto, ricordati che la prova pratica è sempre la migliore amica. Nessun nastro è perfetto per tutti, ma ognuno può trovare quello ideale per il proprio stile e le proprie mani.
Quindi, che tu desideri un tocco retrò o un supporto super ammortizzato per le corse più lunghe, il mercato del nastro manubrio ti offre soluzioni quasi infinite. Scegli con cura, avvolgilo con pazienza e poi via, torna sulla strada, perché è lì che il tuo nuovo nastro ti farà sentire la differenza, magari piccola, magari enorme, ma comunque una differenza capace di regalarti più piacere nel pedalare.